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Il lavoro della Chiesa Cattolica con i migranti e i rifugiati

 

 

LA CHIESA E I MIGRANTI

 

Il Concilio Vaticano II in più documenti affronta il problema dei migranti e, in particolare, nel decreto Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei Vescovi al n. 18: “Si abbia un particolare interessamento per quei fedeli che, a motivo della loro condizione di vita, non possono godere a sufficienza della comune ordinaria cura pastorale dei parroci o ne sono privi del tutto; come sono moltissimi gli emigrati, gli esuli, i profughi, i marittimi, gli addetti ai trasporti aerei, i nomadi e altre simili categorie di uomini”.

 

Di alto profilo è anche il documento I rifugiati, una sfida alla solidarietà del 1992, dove viene affrontata la grave e spesso drammatica situazione dei rifugiati e richiedenti asilo o bisognosi di protezione umanitaria. Le tesi principali di questo documento sono state riproposte in un “Memorandum” reso pubblico dalla Santa Sede il 1° giugno del 2000 in occasione del Giubileo dei Migranti. Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica riserva un paragrafo, il 2241, agli stranieri. “Le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere, nella misura del possibile, lo straniero alla ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie alla la vita che non gli è possibile trovare nel proprio paese d’origine.”. Il Catechismo prosegue affermando il “diritto di emigrare”, diritto che nel suo concreto esercizio può subire delle limitazioni, ma che non può essere misconosciuto, perché è “diritto naturale”.

 

Va poi ricordata la serie ininterrotta di Messaggi di Papa Giovanni Paolo II per l’annuale Giornata Mondiale delle Migrazioni: una serie di messaggi, ognuno su un tema specifico, che dal 1986 offrono una visione ampia dell’attenzione della Chiesa per il mondo dei migranti. Altri autorevoli interventi del Papa sono quello del 1998 al IV Congresso mondiale sulle Migrazioni e l’omelia pronunciata nel 2000 in occasione della celebrazione del Giubileo dei Migranti.

 

Fra i documenti più recenti merita una particolare segnalazione: Erga Migrantes Caritas Cristi, che traccia un preciso quadro di riferimento biblico-teologico sul fenomeno migratorio, collocandolo nella storia della salvezza, quale segno dei tempi e della presenza di Dio nella storia e nella comunità degli uomini, in vista di una comunione universale.

LA CHIESA E I RIFUGIATI

 

“Alla solidarietà verso i migranti e i rifugiati occorre unire il coraggio e la creatività necessarie a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace, condizione indispensabile di ogni autentico progresso”. Sono le parole di Papa Francesco nel messaggio scritto per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che sarà celebrata domenica 18 gennaio 2015 e avrà come tema “Chiesa senza frontiere: madre di tutti”.

 

Papa Francesco, nel messaggio, “invita tutti a prendersi cura delle persone più fragili, soprattutto delle vittime delle nuove forme di povertà e di schiavitù”. Tra i più poveri e abbandonati “rientrano certamente i migranti ed i rifugiati, i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta”. “La Chiesa senza frontiere, madre di tutti – ha continuato – diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare”.

 

Il Pontefice ha evidenziato che “non di rado” i movimenti migratori suscitano “diffidenze e ostilità, anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte. In tal caso, sospetti e pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso”.

 

Papa Francesco sottolinea che nonostante i “generosi e lodevoli sforzi” di organismi e istituzioni che si mettono al servizio dei migranti, “è necessaria un’azione più incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana”. “In tal modo – ha proseguito – sarà più incisiva la lotta contro il vergognoso e criminale traffico di esseri umani, contro la violazione dei diritti fondamentali, contro tutte le forme di violenza, di sopraffazione e di riduzione in schiavitù”.

 

Il Pontefice nella conclusione del messaggio si rivolge direttamente ai rifugiati: “Cari migranti e rifugiati! Voi avete un posto speciale nel cuore della Chiesa, e la aiutate ad allargare le dimensioni del suo cuore per manifestare la sua maternità verso l’intera famiglia umana”.

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